Laboratorio di Paleografia musicale - Roberto Milleddu, Luigi Pancrazio Delogu

L’obiettivo del laboratorio è di disegnare le linee guida per un approccio consapevole alle fonti musicali scritte (manoscritti e stampe) prendendo in considerazione gli aspetti paleografici, filologici etc. Il laboratorio intende proporre una serie di “istruzioni per l’uso” che partono da una prospettiva musicologica rigorosa, destinate a persone che iniziano ad approcciarsi a tali aspetti. Verranno trattati brani tratti dall’inventario cagliaritano del 1627. Il materiale prodotto potrà essere eseguito in uno o più eventi che intendono ricostruire una celebrazione cagliaritana di primo Seicento.

Musica a Cagliari tra XVI e XVII secolo: contesti e repertori. Cagliari fra Cinque e Seicento è il centro politico e amministrativo di uno dei Regni appartenenti alla Corona spagnola. Cap y Fortaleza de toda la isla de Cerdeña, vi risiedono il viceré e capitano generale di nomina regia e l’arcivescovo che accampa il titolo di “Primate di Sardegna e Corsica”. Entro le mura del suo Castello, risiede l’aristocrazia mentre le appendici di Stampace, Marina e Villanova ospitano una popolazione socialmente composita fatta di sardi, spagnoli e tanti italiani (soprattutto genovesi e napoletani). Particolarmente attivo è il porto nel quale approdano navi provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo. Tutte queste componenti sociali esprimono modi differenti di fare musica. Se è vero che la dimensione orale/performativa è quella dominante in tutte le classi, e massimamente in quelle popolari, è altresì vero che vi è una ampia circolazione di materiali musicali scritti destinati tanto alla dimensione pubblica/professionistica quanto a quella privata e dilettantistica. Se è vero che, sfortunatamente, non è sopravvissuta nessuna fonte diretta – partiture, libri notati etc. – relativa alla produzione musicale locale, le fonti archivistiche hanno riconsegnato un imponente mole di informazioni sulle pratiche musicali, sull’organizzazione delle compagini vocali e strumentali (Capilla de cant, musichs de menestrils), sulle grandi feste barocche. Da questo sappiamo che in città circolava e si eseguiva – musica polifonica italiana e iberica tardo rinascimentale. A tale riguarda un dettagliato inventario dei libri di musica in possesso del maestro di cappella di città del 1627 cita ad esempio quasi tutta l’opera di Palestrina nonché edizioni a stampa e manoscritte di Orlando di Lasso, Thomas Luis de Victoria, Matteo Asola etc.). Per contro non possediamo testimonianze dirette della produzione locale, quella realizzata per le diverse occasioni dai maestri di cappella locale che, oltre alla musica liturgica (messe, vespri, motetti) comprendeva repertori devozionali (Villancicos e tonadas) in spagnolo, goigs (goccius) in sardo, o della musica profana e strumentale che possiamo ipotizzare attraverso una puntuale analisi del contesto e delle fonti indirette. Il laboratorio Gli autori e i libri dell’inventario del 1627 ci offrono per tanto un eccellente pretesto per esplorare alcuni aspetti della musica polifonica del tardo Cinquecento e al contempo fornendo altresì del materiale stimolante per programmare una eventuale performance. Ma in linea generale l’obiettivo del laboratorio è fornire a quanti, strumentisti, direttori, cantori etc., un approccio consapevole alle fonti musicali scritte: manoscritti e stampe prendendo in considerazione gli aspetti paleografici, filologici etc. Il laboratorio per tanto intende proporre una serie di “istruzioni per l’uso” che partono da una prospettiva musicologica rigorosa, destinate come detto a persone che iniziano ad approcciarsi a tali aspetti e prevede: - Un seminario di due ore centrato sulla realtà musicale nella Sardegna di Cinque-Seicento che inquadra i contesti e i legami tanto esterni (Spagna, Italia etc.) quanto interni (rapporto citta/campagne, oralità/scrittura). - Seminario di paleografia musicale: - Due ore di lezioni aperte a tutti i partecipanti dedicate alle problematiche inerenti le fonti manoscritte e a stampa del Cinquecento e primo Seicento. - Otto ore di laboratorio teorico-pratico basato su una selezione di brani di autori tratti dall’inventario cagliaritano del 1627 che evidenzierà tutti i problemi inerenti l’edizione di un testo del passato (aspetti paleografici, notazione, teoria etc.), che prevede la trascrizione in notazione moderna di una selezione di brani scelti dal docente. - Il materiale prodotto potrà infine essere eseguito in uno o più eventi che intendono ricostruire una celebrazione cagliaritana – con l’integrazione di altri materiale – di primo Seicento, con l’ausilio di voci e strumenti d’epoca.

 

Luigi Pancrazio DeloguLuigi Pancrazio Delogu, laureato in Lettere moderne (Università di Cagliari) e in Musicologia (Università di Pavia/Cremona). Ha frequentato per diversi anni i Corsi Internazionali di Canto Gregoriano e i Corsi di Musica Medievale di Pamparato con docenti quali i Prof. L. Agustoni, N. Albarosa, J.B. Göschl, F. Rampi, P. Righele, A. Turco, G. Milanese, M. Mangani, M. Caraci-Vela, G. Baroffio. Ha diretto per diversi anni l’Insieme Vocale “Nocte Surgentes” di Villasor. Ha tenuto vari corsi di canto liturgico e si è occupato dello studio di fonti musicali manoscritte del Medioevo sardo.

 

 

 

 

Roberto MilledduRoberto Milleddu ha compiuto studi presso l’Università di Cagliari e presso il Conservatorio Palestrina di Cagliari, laureandosi in Etnomusicologia con una tesi inerente il canto a più voci di tradizione orale. Partito da studi sull'attività musicale e l’arte organaria in Sardegna tra i sec. XVIXIX, si avvicina alla prospettiva etnomusicologica, orientando la sua ricerca intorno alle pratiche musicali d’ambito religioso e le polifonie di tradizione orale interessandosi altresì alla documentazione archivistica relativa a tali pratiche. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni di carattere etnomusicologico e organologico. Collabora con il Laboratorio organi storici del Conservatorio di Cagliari e con il Corso di Musica liturgica “Colimus” organizzato dal Conservatorio e dall’Ufficio Liturgico della Diocesi di Cagliari.

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Il Bizzarria Ensemble é il nucleo strumentale della Sezione interdipartimentale di Musica Antica del Conservatorio "Giovanni Pierluigi da Palestrina" di Cagliari

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